L’ASSEMBLEA APPROVA A MAGGIORANZA LA LEGGE SUL SISTEMA INTEGRATO DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

L’ASSEMBLEA APPROVA A MAGGIORANZA LA LEGGE SUL SISTEMA INTEGRATO DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

10 Febbraio 2018 0 Di Orvieto Notizie
Perugia – 6 febbraio 2018 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria nella seduta odierna ha approvato a maggioranza (13 sì di PD, SeR, Misto-Mdp; 2 no di M5S; 3 astensioni di LN, misto Umbria next, FI) il disegno di legge della Giunta regionale sul ‘Sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione. Istituzione dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro’.
 
SCHEDA
Il disegno di legge modifica il mercato del lavoro introduce un nuovo modello organizzativo dei Centri per l’impiego; affronta il tema dell’accreditamento delle agenzie formative alzando l’asticella della qualità per l’accreditamento delle agenzie interinali; istituisce l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal). La legge introduce un nuovo principio di premialità delle prestazioni, andando a valutare quanto lavoro si produce con la formazione. Inoltre si punta al sostegno della responsabilità sociale dell’impresa; ad azioni per incentivare il ‘rientro dei cervelli’ ed evitare la fuga dei nostri giovani più preparati. All’Agenzia è affidata la gestione dei Centri per l’impiego e la messa online di tutti i servizi. Si rafforza il sistema dei centri per l’impiego, completando la gestione del passaggio di competenze e personale del personale dalle Province all’Agenzia regionale, e si potenziano i servizi di marketing verso le imprese e di preselezione del personale. Con l’Agenzia si intende promuovere il coordinamento e l’integrazione tra Asl, centri per l’impiego e i servizi sociali dei Comuni, un vantaggio soprattutto per i disabili, e una base di partenza per il fascicolo elettronico del lavoratore. L’Agenzia non prevede ulteriori figure dirigenziali, evitando ulteriori oneri a carico del bilancio regionale rispetto a quelli attuali. È previsto un percorso integrato con le politiche di sviluppo.
 
EMENDAMENTI
Sono stati approvati gli emendamenti tecnici proposti dalla Giunta regionale. Approvati anche gli emendamenti proposti da Casciari e Chiacchieroni (Pd) per favorire l’inserimento lavorativo dei disabili, tra cui quello che prevede la possibilità per l’Agenzia di realizzare percorsi formativi per i datori di lavori privati per l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei disabili, e quello che prevede l’istituzione delle rete delle imprese socialmente responsabili alla quale possono aderire le imprese che partecipano ai percorsi formativi e di accompagnamento.
 
INTERVENTI
Attilio SOLINAS (relatore di maggioranza Misto-Mdp): “Questo disegno di legge si propone di disciplinare la programmazione e l’attuazione integrata delle politiche regionali in materia di lavoro e di apprendimento permanente in attuazione della riforma del ‘jobs act’. La legge supera alcuni aspetti obsoleti delle istituzioni del mercato del lavoro puntando ad un sistema in grado di collegare la flessibilità nei rapporti e nell’organizzazione del lavoro richiesta dalle imprese, ad una maggiore sicurezza per i lavoratori. Così si supera un sistema inadeguato di politiche del lavoro basato esclusivamente sulla combinazione tra l’erogazione di ammortizzatori sociali per il disoccupato ed incentivi per il datore si lavori che intenda assumere. Questa legge introduce una serie di NUOVI DIRITTI E DOVERI DEI LAVORATORI DISOCCUPATI, quali la partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro e il diritto di accesso alle diverse misure, che deve avvenire entro tempi certi tramite la sottoscrizione di un patto di attivazione individuale.
 
Il disegno di legge prevede la costituzione dell’AGENZIA REGIONALE PER LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO (Arpal) a cui viene affidata la gestione dei servizi e delle politiche del lavoro e il coordinamento della rete regionale a ciò preposta. Il testo si sviluppa in varie parti che, sostanzialmente, intervengono in modo organico e completo su tutta la materia unificando in UN SOLO TESTO TUTTE LE DIVERSE NORMATIVE REGIONALI vigenti fino ad oggi, anche provvedendo ad un’operazione di riordino nel rispetto della riforma sopravvenuta, e disponendo l’abrogazione delle disposizioni regionali obsolete, superate o non più coerenti con il nuovo modello del mercato del lavoro. Il testo, anche grazie al lavoro fatto nelle sedute congiunte delle commissioni Prima e Terza, garantisce l’effettiva partecipazione della parti sociali nelle fase decisionali ad esempio con la creazione del COMITATO REGIONALE PER I SERVIZI E LE POLITICHE DEL LAVORO, ma anche integrando la rete regionale dei servizi e delle politiche per il lavoro. Da segnalare poi il ruolo più rilevante dell’Assemblea legislativa nella fase di programmazione regionale delle politiche per il lavoro e anche nell’articolazione territoriale dell’istituenda Arpal Umbria. Sono stati inseriti elementi per rendere più efficaci e trasparenti i servizi erogati dagli organismi di formazione professionale accreditati dalla Regione e ad assicurare l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Solo all’inizio del nuovo anno è stato possibile esaminare le disposizioni riguardanti il delicato passaggio alla costituenda Arpal Umbria del personale delle amministrazioni provinciali di Perugia e Terni già in servizio presso i Centri per l’impiego provinciali, ora divenuti regionali. Auspico che in tempi rapidi e accettabili venga armonizzata la situazione di tutto il personale che verrà inserito nell’Agenzia”.
 
SERGIO DE VINCENZI (relatore di minoranza Misto-Umbria Next): “NON VOTEREMO QUESTO TESTO VELLEITARIO E SENZA POSSIBILITÀ DI SUCCESSO. Pur partendo da intenzioni buone e da un impegno lodevole questa legge è destinata a disattendere le attese degli umbri e, forse, anche ad essere impugnata dal Governo. Sicuramente non svilupperà politiche innovative per il lavoro e non risolverà, come vorrebbe, il problema dei precari del Centro per l’Impiego. La Giunta ha perso con questo atto un’occasione per dare un contributo serio e innovativo per affrontare alla radice la questione del lavoro nella nostra regione. La legge enuncia finalità e principi altisonanti che leggendo il testo sono costituite da parole vuote o astratte che lasciano trasparire l’unico vero e prioritario intento della Giunta: non affrontare in maniera strutturale il problema del lavoro in Umbria con servizi e politiche realmente efficaci, ma piuttosto di risolvere l’annosa questione dei lavoratori precari dei Centri per l’Impiego e fra questi essenzialmente quelli della Provincia di Perugia. Una situazione generata da una politica vecchia negli obiettivi e nel modo di gestire situazioni e risorse sia umane che finanziarie. E se oggi ci troviamo nella necessità di dover approvare questo disegno di legge è anche a causa di molti grossolani errori sul fronte del personale dei Centri per l’impiego e sui quali oggi la Giunta regionale è obbligata a tentare di rimediare, seppure a nostro avviso in maniera goffa. Delle politiche attive non c’è praticamente traccia nel testo. Abbiamo aspettato un anno prima che l’atto approdasse in Commissione con un testo sul quale la stessa Giunta ha manifestato limiti di chiarezza di indirizzo su quale potesse essere l’architettura alla base della riforma. A partire dall’Arpal che è tutto e il contrario di tutto: è centro autonomo ma praticamente si identifica con la Regione e con i suoi dirigenti che ne occupano posti di governo. Insomma, questo disegno di legge istituisce un organismo che non è ben delineato negli obbiettivi e ancor più nel sistema di comando e di gestione. E i servizi e le politiche attive del lavoro che la Regione dovrebbe mettere in atto, non potranno far altro che subirne le conseguenze: esse risultano di fatto meno definite e palesemente confuse. Un altro grosso problema di questo testo è che il tema della programmazione delle politiche e degli interventi di fatto non esiste. Una nota positiva in questo disegno di legge riguarda l’area della formazione professionale dove finalmente si prevede un sistema di premialità, sulla base dei risultati in termini occupazionali ottenuti dai centri di formazione professionale”.
 
Claudio RICCI: “BENE IL DISEGNO DI LEGGE MA NON PARTECIPO AL VOTO – Il disegno di legge è una sorta di testo unico sulla materia, si parla di sistema integrato e cerca aggregazione delle informazioni su questo ambito. Spesso le informazioni utili a determinare possibilità di lavoro discende da quadro informativo che deve essere colto a livello regionale e aggregato. In alcuni elementi dell’articolato ciò emerge. Unico quadro informativo che mette insieme le informazioni. Piano annuale operativo che dovrà essere approvato entro i tre mesi successivi all’approvazione del bilancio che dà una conseguenza logica: prima si determinano le risorse e poi si definisce come utilizzarle. Mi auguro vi sia grande attenzione ai misuratori dell’efficacia delle azioni poste in essere per poter eventualmente fare modifiche. Emerge la prospettiva di integrare sempre più i soggetti che concorrono al progetto, con un sistema misto dove il pubblico collabora coi privati. Altro punto una maggiore flessibilità che ormai è necessaria: più peso ai tirocini e elementi di premialità per chi si impegna dopo ad assumere. Vi sono anche elementi per ottimizzare il quadro strutturale, anche Arpal per ottimizzare le risorse e guardando al mondo delle imprese e della semplificazione e della riduzione fiscale per chi produce opportunità di lavoro. Posti di lavoro sulla filiera industria 4.0, quella che segue l’innovazione tecnologica, strumento che funziona perché dotato di risorse reali, che hanno inciso nei processi di innovazione delle imprese. Non parteciperò al voto per le ragioni che ho precedentemente spiegato, inerenti la soppressione del mio gruppo consiliare”.
 
Andrea SMACCHI (Pd): “LEGGE CHE CONIUGA FLESSIBILITÀ E SICUREZZA SUL LAVORO, INTRODUCENDO LA PREMIALITÀ PER CHI ASSUME – La crisi economica ha reso tante persone vulnerabili o in stato di povertà. Il tema del lavoro è il più pressante e urgente da affrontare. Il dibattito politico sta avvelenandosi con populismi e odio, dobbiamo restituire la speranza con fatti concreti, servono politiche incisive. L’Italia sta recuperando su lavoro e competitività: recuperati 1milione e 29mila posti di lavoro, il 53 per cento a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione salito al 58,7 per cento. Nel 2013 la disoccupazione era oltre il 13 per cento adesso siamo all’11 per cento. Si può fare di più sul tema della qualità del lavoro. Necessario un salario minimo per non far abbandonare il territorio ai giovani. Scienza e ricerca creano nuova economia. Implementare politiche per i giovani, per la scuola e per i mestieri. I giovani capiscono che vengono sempre dopo altre cose e non ce lo possiamo permettere, dobbiamo rimetterli in testa alle nostre priorità. La disoccupazione scende ma non in modo univoco: la fascia appenninica ha ancora il 60-70 per cento di disoccupazione, i laureati fanno domanda per fare i commessi nei centri commerciali. Dobbiamo dare garanzie a chi non ce la fa, con un piano straordinario. Oggi approviamo legge che rilancia politiche del lavoro e della formazione nel nostro territorio, metodo nuovo che introduce modello che collega flessibilità e sicurezza sul lavoro, premialità delle prestazioni, sapremo quante risorse si creano. Non ascoltiamo solo chi bussa alla nostra porta, comunque si supera la precarizzazione dei lavoratori del centro per l’impiego. Al di là delle promesse elettorali, dobbiamo riuscire ad attrarre nuovi investitori. Progettiamo un futuro per i giovani, aiutando le piccole imprese, creiamo le condizioni perché domanda e offerta si incontrino. La strada è quella giusta”.
 
Maria Grazia CARBONARI (M5s): “BISOGNA AIUTARE LE IMPRESE, NON LE AGENZIE DI FORMAZIONE – Questa Regione investe molte risorse sulla formazione, ma il business vero sembra essere quello di fare business per le agenzie di formazione. Avevamo una normativa che attirava centri di formazione anche da fuori regione, facile investire qui perché la normativa richiedeva poche cose, bastava un piccolo ufficio e si diventava agenzia di formazione, senza nemmeno una sede. Ma il vero obiettivo è ridurre la disoccupazione. Solo che cozza male con quanto effettivamente si fa. Prendiamo Sviluppumbria, dove a capo c’è un ex senatore con vitalizio: perché non dare lavoro a persone con competenze specifiche, sicuramente meglio di un politico messo a capo di un’azienda. Le assunzioni come avvengono nelle società partecipate? Serve un curriculum che certifichi la militanza nel partito. Bisogna mettere le persone giuste al posto giusto, con competenze manageriali non curricula politici. La Regione deve creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle imprese, sono queste che vanno aiutate, non altri. Serve un cambio di rotta e lo deve fare chi ha il potere di farlo. Vista la quantità di agenzie per la formazione, c’è un feedback tra agenzie e mondo del lavoro? Inutile la formazione per un lavoro che non c’è, serve uno stretto collegamento fra Regione e attività produttive. A parole si parla di chi è in difficoltà, ma la legge sui vitalizi ad esempio ha creato un parapiglia in Aula e non se n’è riparlato più. Per poter investire sui disoccupati bisogna tagliare qualcosa e la spesa più improduttiva è il vitalizio. Non è uno scandalo tagliare 500 euro a chi ne percepisce 5mila. Questo sarebbe stato un fatto notevole da parte della maggioranza di centrosinistra”.
 
Andrea LIBERATI (M5S): “LA NUOVA LEGGE NON PORTA UNA REALE INNOVAZIONE NEL MERCATO DEL LAVORO ma crea un carrozzone che risponde alle necessità della vecchia politica. Con questa legge il privato, le multinazionali e le maxicooperative, la faranno da padrone. La nuova Agenzia non servirà a nulla se non ad evitare la saturazione degli organici della Regione. Inoltre i privati potranno confrontarsi con una entità intermedia invece che direttamente con la Regione. Questa legge sembra una risposta per alcuni amici della politica mentre i lavoratori dei Centri per l’impiego sono stati tenuti fuori. L’Agenzia è lo specchio di una precarizzazione strisciante: verranno stabilizzati 47 lavoratori per precarizzarne 140. Nel 2020 finiranno i fondi strutturali e serviranno risorse proprie della Regione per un servizio che viene di fatto esternalizzato. La spesa pubblica lieviterà senza fornire risposte al problema”.
Fabio PAPARELLI (assessore): “QUESTO È UNO DEGLI ATTI PIÙ IMPORTANTI DELLA LEGISLATURA, UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA di molti temi, un punto di equilibrio frutto del lavoro condiviso con tutti i soggetti coinvolti che hanno contribuito alla stesura del testo. Questa è una legge per dare risposte a chi cerca lavoro, non per dare certezze, che peraltro diamo, a chi già lavora nel pubblico impiego. Oggi l’Umbria si dota di una strumentazione che dà valore alle POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO CENTRATE SULLA PERSONA, creando le condizioni per una profonda innovazione del sistema del lavoro. Si introduce un sistema integrato che porta ad andare oltre il principio per cui si finanzia la disoccupazione a discapito del finanziamento dell’occupazione. E si supera un modello di welfare per il lavoro che ha dimostrato di essere poco efficace, costoso e con caratteri risarcitori ed assistenziali quasi del tutto basato su ammortizzatori sociali ed incentivi finanziari, peraltro modesti, a favore delle imprese. L’atto realizza una PROFONDA RIFORMA DEL LAVORO E DELLA FORMAZIONE, aggiornando le regole e gli strumenti alle migliori buone pratiche nazionali ed europee. Promuove il confronto ed il dialogo sociale e prevede diversi STRUMENTI DI VERIFICA DELL’IMPATTO DELLE MISURE adottate e finanziate e della destinazione della spesa pubblica realizzando una positiva innovazione contro gli sprechi di denaro pubblico ed il controllo della destinazione delle risorse. Abbiamo bisogno di politiche di riforma e di politiche pubbliche in grado di sostenere un migliore funzionamento del mercato del lavoro, per GARANTIRE L’INCONTRO TRA LA DOMANDA E L’OFFERTA. Mentre continuiamo ad avere un alto tasso di disoccupazione giovanile, quasi il trenta per cento delle figure professionali richieste dal sistema delle imprese sono di difficile reperibilità. Questo segnala l’emergenza di far funzionare il lavoro attraverso politiche e misure di sistema, in grado di collegare lavoro, formazione e sviluppo e di appoggiarsi su tecnologie innovative come quelle digitali. L’Umbria è tra le poche regioni che è intervenuta contestualmente su TRE DIRETTRICI: l’approvazione del disegno di legge quadro sul sistema dell’apprendimento e del mercato del lavoro; la definizione dei livelli delle prestazioni dei servizi per l’impiego e la costituzione dell’agenzia regionale per le politiche per il lavoro; le regole per l’accreditamento dei soggetti privati che operano sul mercato del lavoro. La legge è strumento di REGOLAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO destinato a definire politiche, strumenti ed incentivi per sostenere la qualità del lavoro, il buon funzionamento del mercato del lavoro, la sicurezza e la qualità sul lavoro e la promozione dell’autoimpiego e del lavoro autonomo come misura di politica attiva ordinaria. Il testo promuove la costruzione di un SISTEMA REGIONALE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE basato sulla costante verifica del fabbisogno formativo e professionale delle imprese, sull’orientamento dei giovani alle competenze realmente richieste dal mercato, sul finanziamento di interventi di formazione pubblica solo se connessi alle esigenze del sistema delle imprese e sulla partecipazione agevolata e gratuita dei disoccupati e degli occupati all’aggiornamento delle proprie competenze. Sul mercato del lavoro, per la prima volta, il testo COLLEGA LE POLITICHE E GLI INCENTIVI AL RISULTATO DELL’INCREMENTO OCCUPAZIONALE E DELL’INCONTRO TRA DOMANDA ED OFFERTA DI LAVORO. In particolare si rafforza il sistema dei centri per l’impiego, con il passaggio del personale all’agenzia regionale, e si potenziano i servizi di marketing verso le imprese e di preselezione del personale. Inoltre di prevede la PROMOZIONE DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE sul lavoro attraverso interventi che prevedono forme di accompagnamento ed affiancamento al lavoro di giovani neoassunti da parte dei lavoratori che stanno fuoriuscendo dal lavoro, cosa favorita anche per la creazione di nuove imprese. Per la prima volta vengono inserite misure di PREMIALITÀ TRA LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E SUCCESSO OCCUPAZIONALE. Per quanto riguarda l’autoimpiego ed il lavoro autonomo la legge intende istituire un fondo di riferimento come misura ordinaria di attivazione al lavoro e per promuovere start up innovative nel territorio, come misura di connessione tra le politiche del lavoro e dello sviluppo. Si prevedono fondi di rotazione; fondi di garanzia, controgaranzia e riassicurazione; contributi in conto impianti ed in conto esercizio; incentivi fiscali nella forma di riduzione dell’imposta regionale sulle attività produttive. Strumenti che supportano persone di tutte le età nell’avvio di una propria iniziativa di lavoro autonomo con una specifica attenzione verso le donne e gli under 35 che rappresentano segmenti deboli sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda la sicurezza e la legalità la regione sostiene misure specifiche ed adotta criteri premiali, con attenzione specifica agli appalti pubblici ed alla promozione della responsabilità sociale delle imprese. Particolare rilevanza assume il tema delle disabilità prevedendo iniziative per ampliare le competenze dei soggetti più deboli e degli imprenditori”.
ATTILIO SOLINAS (Mdp): “Credo sia intellettualmente onesto delimitare l’ambito delle finalità di questo atto in questo perimetro senza introdurre illusorie. Questa legge non è un piano per il contrasto delle nuove povertà e non è un piano per il lavoro. È un modo per creare l’Agenzia, sistematizzare i centri per l’impiego e stabilizzare i lavoratori di quel settore. Questo è positivo ma non basta. Oggi approviamo uno strumento, l’Agenzia, che tutti speriamo possa produrre effetti positivi ma se a fianco a questa non saremo in grado di ripensare un progetto di nuovo sviluppo, una nuova politica agricola, la creazione di imprese culturali, nuove opportunità che fermino l’esodo dei nostri giovani laureati, l’Agenzia da sola non basterà. Un patto di solidarietà per il lavoro e sviluppo sostenibile deve essere la preoccupazione principale nei prossimi mesi, il modo migliore per onorare il nostro mandato e assolvere alle nostre responsabilità politiche e istituzionali”.
Claudio RICCI: “Non parteciperò alla votazione d’Aula perché considero inappropriata la decisione dell’Ufficio di presidenza di sciogliere il Gruppo Ricci presidente. Una scelta che doveva essere presa solo dopo aver approfondito la normativa e dopo aver acquisito pareri aggiuntivi da parte del Dipartimento degli affari regionali della presidenza del Consiglio e del presidente della Corte dei conti dell’Umbria. Non farò ricorso al Tar perché i tempi per definire la vicenda sarebbero lunghissimi”.
Sulla questione posta da Ricci la presidente Donatella PORZI, ha dato atto delle fonti normative e regolamentari sulle quali l’Ufficio di presidenza si è basato per assumere la decisione di sciogliere il gruppo consiliare Ricci presidente.
fonte: acs umbria
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