LETTERA APERTA: LA WATERLOO DEI SERVIZI: ORVIETO E LA DISFATTA DEI DIRITTI DI CITTADINANZA.

LETTERA APERTA: LA WATERLOO DEI SERVIZI: ORVIETO E LA DISFATTA DEI DIRITTI DI CITTADINANZA.

11 Marzo 2024 0 Di Orvieto Notizie

Al Sindaco del Comune di Orvieto

E’ il 5 marzo del 2024. Mi reco all’Ufficio Anagrafe del Comune di Orvieto perché ho smarrito la carta d’identità e, denuncia alla mano, devo ottenerne una nuova. 

Mi affaccio sul piazzale antistante all’ex-Infermieria della ex- Caserma Piave, ora deputata a sede di servizi comunali, e sono subito colpito dalla vista delle persone in attesa: una piccola folla di cittadini aspetta il turno fuori, in piedi. E’ una giornata fredda e c’è un po’ di vento che aumenta la percezione sgradevole. Del resto, la sala d’attesa al coperto conta solo quattro sedie, rigorosamente occupate. Per fortuna non piove!, mi dico.

Prendo l’ordine di fila dalla macchinetta distributrice e mi unisco agli altri. Sono le 10,30 del mattino e ho guadagnato un numero buono per giocare a tombola: 23, dicono che porti fortuna! 

Su consiglio di un amico ho già con me tutti i documenti necessari per il rinnovo della carta d’identità; non ci vorrà tanto.

In realtà la fila non scorre e l’attesa si prolunga. Sono in piedi da oltre un’ora, ho freddo e comincio a sentire un dolorino alla schiena (L5-S1, il punto debole di chi arriva alla terza età!). Non mi lamento: siamo in parecchi ad attendere e, a occhio e croce, qualcuno è più anziano di me. Ma il tempo si fa interminabile. Ora so che avrei dovuto attendere più di un’altra ora prima che arrivasse il mio turno. Ho avuto tutto il tempo di annoiarmi di pensare. Alle 12,40 l’impiegato può ricevermi e assolvere con diligenza il suo lavoro. Osservo che mantiene una compostezza degna di rilievo. Sarà stata la noia dell’attesa, ma mentre giravo i fogli tra le mani per ingannare il tempo, la mente ha cominciato a giocare coi numeri: 5 marzo, è oggi … 5 aprile, passata Pasqua: nostro figlio sarà ancora con noi?… 5 maggio, sarà già primavera … 5 maggio, Cinque Maggio: la morte di Napoleone!… Sarà stata l’età, lo stress o la suggestione delle reminiscenze scolastiche, ma ho finito per indugiare in fantasie sull’agonia di Napoleone e mi è venuto automatico associare l’immagine all’evidente morte dei pubblici servizi, in questo caso servizi di ordine amministrativo. Più di 2 ore d’attesa all’aperto, in compagnia di un oscuro esercito di contribuenti, mi hanno evocato il senso della disfatta, il crollo definitivo di tutti i nostri napoleoni. “Ei fu. Siccome immobile/ Dato il mortal sospiro/ Stette la spoglia immemore/ Orba di tanto spiro …”. Ci sta: finisco a ridere per non piangere.

Ricapitoliamo: 1. l’Ufficio Anagrafe del Comune di Orvieto (servizio base, essenziale) apre al pubblico solo due giorni a settimana; 2. non è consentito prenotare appuntamenti per via telefonica; i numeri del Comune squillano tutti a vuoto, non c’è nemmeno il conforto di una risposta; 3. nei giorni addetti, si accede al servizio previa acquisizione del famoso “numeretto” dalla macchinetta distributrice, ma all’esterno non c’è schermo o altro che renda visibile il numero di chiamata raggiunto; 4. gli sportelli anagrafe aperti sono solo due, gli impiegati rispondono a funzioni diverse e se uno manca, l’altro è sommerso da un esubero di richieste. 

Prendo atto che la pandemia si è trasformata in una Waterloo senza fine: dalla gestione aperta ed efficiente della fase pre-Covid, siamo precipitati in una progressiva chiusura. La fine della pandemia non ha contemplato inversioni di rotta, più razionali modalità di gestione per un accesso pieno. Al contrario, si è preferito optare per l’agonia dei servizi, condannare alla disfatta i cittadini e il diritto di cittadinanza. 

Ing. Fausto Tenerelli

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