TV LOCALI. SICILIA, TRM (PALERMO), IN AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA, SCENDE IN LOTTA CONTRO LA MAFIA.

TV LOCALI. SICILIA, TRM (PALERMO), IN AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA, SCENDE IN LOTTA CONTRO LA MAFIA.

9 Maggio 2018 0 Di Orvieto Notizie

8 maggio 2018 – Torniamo a parlare di Sicilia, di Tv siciliane e di un argomento che da queste parti (e anche in Italia in generale) non può proprio essere ignorato: la mafia.
Il tema è naturalmente sempre all’ordine del giorno anche e soprattutto nel campo dei media e delle Televisioni, appunto, e sono ancora nella memoria le complesse e contraddittorie vicende di Telejato e di Pino Maniaci, che hanno colpito molti, oltre che deluso chi pensava di aver trovato in lui un paladino antimafia senza macchia e senza paura.
Ecco che però il settimanale L’Espresso della scorsa settimana ha dedicato il suo articolo di copertina ad alcune esperienze antimafia e anticamorra di diverse parti d’Italia (Radio Siani di Ercolano, il collettivo di studenti Cortocircuito della provincia di Reggio Emilia) e fra queste ha citato il caso di un’altra emittente televisiva locale siciliana, stavolta di assoluto rilievo a livello regionale: la palermitana Trm (Lcn 13), che gode da decenni di buoni ascolti ed è anzi a capo di un vero e proprio gruppo radio-tv, che comprende altre due Televisioni, Med 1 e Med 2, e ancora Radio Med, la concessionaria PubbliMed, il sito internet trmweb.it. Una Tv di buon livello, dunque, che però fra 2014 e 2015 è stata coinvolta in una clamorosa vicenda legata alle attività imprenditoriali della famiglia Rappa (fra cui c’erano la stessa Trm e il suo gruppo). La Dia all’epoca sequestrò beni per circa 600 milioni di euro, riconducibili agli eredi di Vincenzo Rappa, imprenditore palermitano morto nel 2009, il quale, secondo le accuse, avrebbe «intrattenuto rapporti con noti esponenti di Cosa Nostra». Fra le attività sotto sequestro c’erano anche, per l’appunto, Trm e la concessionaria Pubblimed.
La clamorosa vicenda, per certi versi unica in Italia, sfociò nella decisione di sottoporre Trm ad amministrazione giudiziaria.
«Con l’ingresso dello Stato l’emittente cambia pelle – ricorda L’Espresso -. Viene nominato direttore editoriale il giornalista Wlady Pantaleone, che coordina il lavoro dei colleghi in collaborazione con il direttore della testata, Luigi Perollo. E così mostrano ogni giorno ai telespettatori il loro valore, sperimentando speciali contro la mafia che prima era difficile vedere in onda».

Il palinsesto viene complessivamente migliorato in questi anni e, fra le altre cose, viene proposto anche cinema di qualità, in alternativa alle sole commedie all’italiana in cui le emittenti del gruppo Trm erano tradizionalmente specializzate. Una delle prime rassegne cinematografiche ha avuto come tema proprio la mafia: sono stati trasmessi i film “I Cento passi”, “100 giorni a Palermo” e molte altre pellicole.
In questo mese di maggio prende invece il via una nuova rassegna cinematografica dal titolo “Resistenze”, film di registi siciliani che con il loro lavoro resistono, appunto, diffondendo cultura.
Ancora L’Espresso: «La filosofia alla base di questa nuova fase di Trm è che nel momento in cui l’amministratore della Tv è il Tribunale, allora è giusto che la realtà privata organizzi il lavoro anche in un’ottica di servizio pubblico… In redazione lavorano 4 giornalisti con contratti a tempo indeterminato e 6 collaboratori.L’editoriale del direttore Perollo ha lasciato il segno all’indomani della morte di Salvatore Riina, perché ha dettato senza timore la linea della Tv, prendendo una posizione netta sulle polemiche innescate dalla primogenita del capo di Cosa Nostra. “Non ci ricordiamo commenti da parte della famiglia Riina di fronte ai lutti causati dalla mafia” – ha scandito in diretta Perollo, con alle spalle un cartello: “La mafia fa schifo”».
Perollo il 2 maggio ha anche ricevuto a Palermo la menzione speciale del Premio Mario Francese, dedicato al cronista ucciso nel 1976 dai Corleonesi, un riconoscimento che ha gratificato l’intera squadra di Trm.
A 40 anni dall’uccisione di Impastato c’è ancora molta strada da fare – ha detto da parte sua Pantaleone -. Innanzitutto vanno tutelati tutti quei colleghi che scrivono per pochi euro e rischiano la vita. E poi bisogna raccontare il fenomeno mafioso oltre le celebrazioni. Puntare, insomma, sulla narrazione quotidiana dei territori. Come faceva Peppino Impastato”. A sostegno di chi sceglie di impegnarsi nei media siciliani sul fronte antimafia arriva ora anche un imprevisto fondo regionale di 200.000 euro, che andrà proprio a sostegno dei giornalisti vittime di minacce da parte della mafia. Lo prevede la prima Finanziaria della Giunta Musumeci, approvata nei giorni scorsi, appena nei termini massimi previsti, dall’Assemblea Regionale Siciliana.
L’emendamento alla Finanziaria che conteneva questa misura era stato proposto da Claudio Fava di Cento Passi ed è stato approvato, non senza una certa sorpresa, dall’ARS, nonostante il parere contrario della stessa Giunta di Nello Musumeci. La somma in questione era stata stanziata in precedenza per finanziare l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo.“Credo sia un riconoscimento doveroso ai tanti operatori dell’informazione che giornalmente rischiano per cercare e raccontare la verità con le loro inchieste e il loro lavoro – ha detto Fava – , piuttosto che essere sprecati per finanziare un istituto, cosiddetto, di giornalismo, l’unico in Italia che non forma giornalisti, non permette l’iscrizione all’Albo e non è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti”.
E infine, visto che siamo in tema di Tv siciliane, segnaliamo che il 20 maggio partirà a Palermo il nuovo canale Telesicilia Sport24 sulla Lcn 195 nel mux Cts, che vuol essere il primo in regione a mostrare e commentare 24 ore su 24 gli eventi dello sport isolano. Proprio Cts, emittente del capoluogo siciliano già molto significativa per la sua storia e la sua programmazione, sembra essere la promotrice anche di questa nuova interessante iniziativa.

fonte: www.newslinet.it

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